E’ mortificante assistere alle farse di quanti raccogliendo in qualche modo non pochi fondi credono di poter arginare il grave fenomeno del gioco d’azzardo e tutta una serie di slot machines,lotterie istantanee, una miriade di gratta e vinci che forniscono una specie di tangente allo Stato o se vogliamo chiamarla percentuale in tono benevolo. Si raccolgono fondi per aiutare chi poi quei soldi se li va a giocare, oppure si organizzano i centri di ascolto dove con le belle parole i giocatori incalliti dovrebbero essere convinti a smettere di giocarsi anche gli spiccioli raccattandoli in ogni maniera, non escluso l’accattonaggio. E’ sufficiente entrare in una tabaccheria, o in una ricevitoria per sentirsi quasi contagiati e convinti ad acquistare uno o più biglietti nella speranza di vincere un pò di denaro. Se si è fortunati e non si vince nulla forse passa il desiderio di ripetere l’esperienza del gioco, conle continue estrazioni di numeri, con i gratta e vinci oppure con le slot, se invece capita di vincere anche pochi euro tutti o quasi li rigiocano fino a perderli tutti,ma basta aver vinto qualche volta perchè il desiderio di ripetere il tentativo non ti abbandona più. La politica è nelle mani dei grandi faccendieri dalla liquidità monetaria continua ed invitante e poi c’è la trasversalità strisciante che unisce e “divide.” Ci sarebbero i rimedi per ridurre le tragiche conseguenze del gioco d’azzardo, ma non c’è la volontà di farlo, di regolamentarlo e di intervenire drasticamente nei controlli della legalità che in molti casi è solo illusione. Mons. Alberto D’Urso dovrebbe esigere i fondi necessari per le sue campagne antiusura proprio all’agenzia delle Entrate o quanto meno al Ministero delle Finanze che incamera quotidianamente una buona percentuale che una volta corrispondeva ad un terzo degli incassi. I grillini populisti non si sono mai interessati a questo grave problema anche di carattere eocnomico.