Il presidente del Consiglio regionale del Puglia Mario Loizzo ricorda il sacrificio e i meriti dei pugliesi in tutti i continenti. “Con rispetto e riconoscenza verso i nostri emigrati di tutti i tempi – dichiara – celebriamo ogni 9 agosto la Giornata del lavoro pugliese nel mondo, istituita nel 2014 con la legge regionale n. 21”.
Nel ricordo dell’emigrazione pugliese, il giorno successivo alla Giornata nazionale dell’emigrazione italiana – fissata significativamente nell’anniversario della tragedia di Marcinelle in Belgio – la Regione promuove iniziative socio-culturali rivolte alle comunità d’origine pugliese all’estero, “per mantenere saldi i legami con la terra delle radici e con le nostre tradizioni, che condividiamo con i pugliesi che vivono ed operano fuori dei confini regionali, concorrendo a far grande la Puglia”.
Un esempio sono le Feste degli Emigranti di ieri e di oggi, organizzate in molti comuni pugliesi, su iniziativa tra gli altri dalle Associazione Italiani nel Mondo, per rendere omaggio a tutti i pugliesi che hanno dovuto allontanarsi alla ricerca di una vita migliore.
L’8 agosto 1956, n ella miniera carbonifera del Bois du Cazier, nei pressi di Charleroi , perirono 262 minatori, 136 dei quali italiani, 22 pugliesi.
“ Braccia in cambio di carbone” era l’accordo siglato nel primo dopoguerra dai due Governi, che in cambio della materia prima all’Italia concedeva manodopera al Belgio: i nostri disoccupati. “Malpagati, malvisti dalla popolazione locale, ostacolati dalla scarsa conoscenza della lingua e feriti quotidianamente dalla nostalgia – sottolinea il presidente Loizzo – venivano alloggiati nei primi tempi nelle stesse baracche dei campi di concentramento allestiti dai nazisti”.
A Mattmark, in Svizzera, il 30 agosto 1965, il cedimento di una diga travolse 88 lavoratori, quasi tutti italiani, tre pugliesi.
“Nel ricordo di quelle tragedie-simbolo della nostra emigrazione – conclude Loizzo – rinnoviamo in questa occasione l’esigenza che l’esempio di quelle tragedie serva oggi di monito ad esercitare la massima prevenzione, vigilanza e diligenza in tutti i posti di lavoro, tanto più nell’industria pesante, per assicurare la tutela e la sicurezza dei lavoratori e scongiurare il fenomeno delle ‘morti bianche’: il lavoro è un diritto che non può essere pagato a rischio della vita”.
/comunicato