Il caso del giornalista di Italia Uno alle prese con Emiliano
Abbiamo visto in tv e sui vari social, lo scontro tra Emiliano e una “Iena” che lo incalzava sul fronte dei presunti sprechi nella sanità che si sarebbero perpetrati in Puglia. Emiliano non è nuovo a queste ebollizioni avendo il carattere che ha. Forte anche del suo “self status” di difensore della legalità e trasparenza. A parte lui, tutti hanno scheletri nell’armadio. E guai se qualcuno gli fa notare che anche lui ha ricevuto diversi avvisi di garanzia. Ricordo i tanti casi che hanno meritato la sua “benevola” attenzione, quando si scagliava contro quelli che non facevano parte del suo cerchio magico, la cui colpa magari, era solo quella di essere stati indagati. Ricordo le sue filippiche, direi le “emilianate”, contro coloro che non si erano allineati al (suo) pensiero unico. O con me o contro di me. Questo il mantra del candidato unico, senza macchia e soprattutto senza paura. Ma il punto di caduta del nostro unicum è stato quando, rivolgendosi al giornalista che lo pressava dappresso, ha detto che anche lui è un terrone, ma che il giornalista poteva stare tranquillo, perché nei pressi c’era un carabiniere. Anche noi, quando sarà rieletto governatore, staremo tranquilli, basterà solo avere accanto un carabiniere.