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Fausto Leali, il dramma della povertà | Nelle sue parole tanto dolore

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Fausto Leali – Metropolinotizie.it

In una recente intervista con Serena Bortone, Fausto Leali ha voluto raccontare il grande dramma della povertà che lo ha colpito

Fausto Leali è sicuramente una delle colonne portanti della musica italiana e infatti ha fatto la storia di questo paese con la sua voce intensa ed emozionante.

La sua carriera come professionista inizia veramente molto presto, quando il cantante aveva solamente quattordici anni.

Tutto questo è dovuto con certezza alla sua vocalità molto particolare che gli ha fatto conquistare l’appellativo di “nero bianco”.

A Oggi è un altro giorno, però, oltre a ripercorrere i suoi successi decide di parlare del dramma della povertà. Nelle sue parole traspare molto dolore.

Il dramma della povertà di Fausto Leali

La vita di Fausto Leali, prima di arrivare al successo, non è stata affatto facile. Infatti, è stata segnata dal dramma della povertà. Suo padre lavorava in una bottega, nonostante non avesse una gamba. Il cantante ha raccontato il sacrificio dell’uomo: “In guerra aveva perso una gamba, amputata appena sotto il ginocchio. Ogni mattina si allacciava la protesi con delle stringhe di cuoio e montava in bicicletta per raggiungere la bottega, 15 km a andare e 15 a tornare, dodici ore in piedi, quando la sera rientrava a casa la cicatrice gli sanguinava. Ma eravamo sei figli, io il terzo, famiglia poverissima, per farci trovare in tavola qualcosa da mangiare mamma Caterina metteva tutto in conto al panettiere e al fruttivendolo e poi a fine mese pagava quello che poteva. Le medicine si compravano se proprio necessarie. Per fortuna in cortile avevamo qualche gallina per le uova”.

Fausto a soli 11 anni ha iniziato a lavorare per far fronte alle necessità familiari. Ha raccontato: “Prima come apprendista in officina, aiutavo a manovrare la stanga che muoveva il maglio. Poi, quando ci siamo trasferiti a Brescia, facevo il garzone dal salumiere, portavo la spesa in bici, mi pagava mille lire alla settimana. Per premio mamma mi regalò la prima chitarra, un modello economico, avrà firmato trenta cambiali. Ero già bravino a cantare, sperava che facessi fortuna. Imparai tre accordi e cominciai a suonarla. Vinsi pure il Microfonino d’Oro, un premio messo in palio dal parroco, uno spillino piccolo. Anni dopo i ladri mi hanno portato via pure quello”.

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Fausto Leali – Metropolinotizie.it

I primi successi musicali del cantante

Dopo aver fatto i lavori più disparati, sono iniziate le prime vere opportunità nel mondo della musica. Fausto Leali ha detto: “Mi prese con la sua orchestra Tullio Romano dei Los Marcellos Ferial, quelli di Cuando calienta el sol. Mi portò a suonare due mesi al Sestriere. Da ragazzino ero incosciente. A 14 invece passai con l’orchestra di Max Corradini, ci esibivamo tutti i sabati sera tra il Mantovano e la Bassa bresciana.

Lo zio Sandrino mi accompagnava a prendere la corriera per Acquanegra sul Chiese, dormivamo in osteria, con la “monaca” di terracotta a scaldare il letto, un catino per lavandino e, sotto, il vaso da notte. D’estate invece ci si spostava a Loano su un furgoncino Fiat, tre davanti e quattro dietro, gli strumenti nel carrettino a rimorchio, con il contrabbasso che spuntava dal telone”.