“Vittima della peggior mortificazione”: Tiziano Ferro mette la parola fine | L’orrendo annuncio davanti a tutti
“Avrei voluto sbranarlo, ridurlo a terra per poi infierire”: la terribile confessione sul suo carnefice, poco prima della fine.
Devastante racconto, quello del cantante Tiziano Ferro, che durante il suo concerto all’Olimpico di Roma si è ritagliato un momento per poter parlare della sua situazione.
Il noto cantante di Latina ha parlato di un episodio vissuto in prima persona, senza filtri né censure.
Dopo i primi anni di carriera “nell’armadio“, gergo per indicare le persone che non hanno dichiarato pubblicamente il proprio orientamento sessuale o di genere, nel 2010 Tiziano Ferro ha parlato della sua omosessualità nel libro autobiografico “Trent’anni e una chiacchierata con papà”.
Da allora il cantante, che risiede a Los Angeles col marito Victor e i due figli Margherita e Andres, ha parlato spesso della propria esperienza in pubblico e della discriminazione subita. Lo fece anche sul palco di Sanremo, con un commovente monologo.
La dedica agli amici del Pride di Milano, Roma e Latina
Questa volta Tiziano ha scelto un palco che gli appartiene completamente: quello del suo concerto, tenutosi nella sua amata Roma. Durante la sera in cui a Milano si svolgeva il Pride, e scusandosi per non aver potuto partecipare alle manifestazioni di Roma e Latina il cantante ha chiesto un momento per poter leggere un breve testo redatto in persona.
“Potete anche cambiare gli aggettivi, perché secondo me la sostanza non cambia“, ha premesso, prima di cominciare.
Applusi scroscianti per Tiziano: sul palco dell’Olimpico si confessa
“Un paio di anni fa, un ragazzo, sorpassandomi da destra, mi gridò: brutto f****o!, schizzando via come il perfetto codardo che era.”, ha testimoniato. “Che poi è la cosa che mi rende maggiormente rabbioso di fronte a questi soggetti: hanno tutti in comune un elemento, la vigliaccheria. Perché io, paradossalmente, sarei anche in grado di rispettare gli omofobi, gli odiatori, se avessero almeno quel minimo di dignità di fermarsi, guardarmi negli occhi e attendere le conseguenze dei loro insulti. Invece no: un’offesa gratuita, volgare, magari pubblica, poi la fuga.”
Poi è arrivata l’esplosione di una rabbia troppo a lungo soppressa, onesta e brutale: “Io avrei voluto sbranare quel pusillanime, ridurlo a terra per poi infierire, restituire le offese, urlando forte per aggiungere terrore al dolore. Terminare solo quando avrei visto quell’idiota vittima della peggior mortificazione: essere umiliato da un f****o. Io non sarei scappato, però: sarei rimasto lì a guardare quell’individuo con attenzione, magari anche con compassione, per ricordargli una volta per tutte com’è fatto un uomo. Prendetevi la vostra vita, ragazzi, qualunque essa sia. Diventate ciò che volete e non ciò che gli altri vi impongono, per favore.”. Il discorso di Tiziano è stato accolto da un applauso e da boati di supporto e unanimità da parte del pubblico.